L'architettura del Sahel, anche chiamata architettura sudano-saheliana, comprende un insieme di stili architettonici indigeni, comuni ai popoli del Sahel e di alcune aree pianeggianti e fertili dell'Africa occidentale, a sud del Sahara, ma soprattutto regioni forestali fertili della costa. Questo stile è caratterizzato dall'uso di mattoni di fango e cotti, con larghe travi in legno che sporgono dalle facciate di grandi edifici, come moschee e palazzi. Queste travi agiscono anche come impalcatura per la ristrutturazione, che avviene ad intervalli regolari e coinvolge la comunità locale. I primi esempi di stile sudano-sahariano probabilmente sono stati trovati a Djenné e risalgono al 250 a.C.[1]